Qualche nozione sulla Messa (VIII): La Liturgia della Parola (III)

 

La volta scorsa abbiamo parlato del Vangelo. Ora vediamo il resto.

La prima lettura e il salmo sono una preparazione all’ascolto del Vangelo e mostrano la continuità che esiste tra i due testamenti. La prima lettura è presa dall’Antico Testamento e può essere legata al Vangelo in due modi. Può essere un brano che è citato esplicitamente dal Vangelo, per cui è bene ascoltarlo ed inserirlo in un contesto più ampio per comprendere meglio il Vangelo e tutte le sue implicazioni. Può essere un brano che affronta lo stesso tema del Vangelo, naturalmente nella prospettiva dell’Antico Testamento, da cui si può capire come questo a preparato la venuta e l’insegnamento di Gesù. Il salmo riprende il tema della prima lettura e ci aiuta a trasformarlo in preghiera. Nel tempo di Pasqua come prima lettura si ascolta il libro degli Atti degli Apostoli e nel tempo di Natale la 1° lettera di Giovanni.

Essendo questo il modo in cui la Chiesa ha scelto la prima lettura si capisce che non c’è una continuità tra la prima lettura di una domenica e di quella successiva.

La seconda lettura è presa dalle lettere apostoliche (di Paolo e di Giacomo). Qui la lettura è semicontinua, cioè vengono lette le parti salienti di queste lettere domenica dopo domenica, in modo che possiamo ascoltare i primi apostoli che parlano alle loro comunità ed anche alla nostra.

La liturgia della Parola ci insegna quindi a preparare il nostro cuore  e la nostra comunità ad accogliere Gesù come l’Antico Testamento è stata la preparazione alle venuta del Verbo nella carne; ci pone nella condizione dei discepoli che duemila anni fa ascoltavano la voce di Gesù che anche noi ascoltiamo nel Vangelo; ci sprona a vivere ciò che abbiamo visto e udito come hanno fatto le prime comunità cristiane affrontando difficoltà guidati dalla parola di Paolo e Giacomo.