Un millennio di fede

- la storia degli edifici di culto di Villadossola -

 

Indice:

 


 

Ss. Fabiano e Sebastiano nella Pieve dei Ss. Gervasio e Protasio.  (torna all'indice)

Le origini:

Cessate le invasioni barbariche, sui resti dell'antico municipio romano di "Oscela Leontiorum" (Domodossola), il popolo (plebs) cristiano, nel V secolo, fece emergere la "Plebs Oxile", con la chiesa plebana dei Ss. Gervasio e Protasio, matrice di tutte le parrocchie dell'Ossola superiore.

L'importanza della chiesa plebana (Domus), forse sede cattedrale di un vescovo locale, si imporrà nella formazione del toponimo medievale, con l'aggiunta dell'anteposto Domus, con il quale verrà denominato il capoluogo ossolano ossia "Domus Oxile" (Domodossola).

A un gruppo di sacerdoti, detto "presbiterium", era demandata solidalmente la cura d'anime della plebe.

VIII secolo:

La circoscrizione della Plebs Oxile, oltre al capoluogo di Domus Oxile, con il castello di Mattarella, comprendeva: valle Antrona, valle Bognanco, valle Divedro, valli Antigorio e Formazza, valle Vigezzo e i Centri di Motecrestese, Masera, Trontano e Beura.

IX secolo:

Un Capitolo, formato dal Collegio dei Canonici guidati da un presbitero, regge la grande parrocchia della Plebs Oxile e la cura d'anime nelle sedi vallive, fissate in piccole chiese o cappelle, è affidata ai canonici dei Ss. Gervasio e Protasio o ad altri sacerdoti detti perciò "curati".

X secolo circa:

Inizia la costruzione delle chiese locali: Ss. Fabiano e Sebastiano a Villadossola (sec. X); S. Ambrogio a Seppiana (sec. XI); S. Pietro all'imbocco della valle Bognanco, ora scomparsa (sec. X ?); Ss. Pietro e Paolo a Crevoladossola (probabilmente sec. X); S. Maria Assunta a Santa Maria Maggiore (sec. X); S. Giorgio a Varzo (sec. XI); S. Stefano a Crodo (sec. XI); S. Maria Assunta a Montecrestese (sec. XI); S. Martino a Masera (sec. XI); S. Maria Nascente a Trontano (sec. XI); S. Giorgio a Beura (sec. XII).

 

Circoscrizione territoriale della "Plebs Oxile". (torna all'indice)

 


Sec. XII La prima parrocchia di Villa e Valle Antrona si separa dalla Pieve dei Ss. Gervasio e Protasio. (torna all'indice)

      Nel 1122 saliva alla cattedra di S. Gaudenzio il vescovo Litifredo ricordato dai "dittici" novaresi come "gemma dei sacerdoti".

      Il presule durante il suo lungo episcopato attese al riordino della diocesi e alla riforma della vita religiosa riconducendo il clero alla disciplina ecclesiastica, ridefinendo lo stato giuridico delle istituzioni ecclesiastiche e promuovendo l'assistenza spirituale al popolo di Dio, che, insoddisfatto del regime feudale, aspirava a quella indipendenza comunale che verrà sancita dalla pace di Costanza nel 1183.

    Probabilmente furono proprio le riforme introdotte da Litifredo a produrre lo smembramento della grande pieve di Oxila nelle prime parrocchie dell'Ossola superiore. Il decentramento si rese necessario non solo in considerazione delle motivazioni di ordine religioso, ma anche di quelle di carattere politico, stimolate dall'incremento demografico in atto da tempo.

      E' nella seconda metà del secolo XII che Villa e valle Antrona vengono staccate dalla pieve dei Ss. Gervasio e Protasio e riunite nella parrocchia che aveva il suo centro battesimale nella chiesa dei Ss. Fabiano e Sebastiano. La cura d'anime era affidata a due parroci "porzionari" che, avendo beni e residenze in comune, officiavano rispettivamente: uno a Villa nella chiesa dei Ss. Fabiano e Sebastiano e nell'oratorio di S. Maria V. Assunta del Piaggio; l'altro nella chiesa di S. Ambrogio a Seppiana e nell'oratorio di S. Maurizio a Villa.

     Sebbene fossero rispettate le esigenze delle popolazioni residenti nei centri distribuiti sul territorio parrocchiale, la nuova circoscrizione ecclesiastica dava e animava una compagine religiosa foriera di conseguenze sul versante civile della vita comunitaria, infatti nella gestione del beneficio parrocchiale si fecero esperienze e prove utili per progettare un modello di amministrazione comunale, che, nei decenni seguenti, sarà realtà operativa manifestata dalle decisioni delle adunanze dei "vicini" e dei magistrati comunali eletti dai capifamiglia con il beneplacito dell'autorità episcopale, rappresentata localmente dal castellano reggente la corte di Mattarella a Domodossola.

 

1351 - 1352 Dai Ss. Fabiano e Sebastiano a S. Bartolomeo.           (torna all'indice)

      Intorno alla fine del 1200, sempre sotto il titolo dei Ss. Fabiano e Sebastiano, la parrocchia assume la circoscrizione definitiva corrispondente al territorio comunale di Villadossola, giacchè in quegli anni la valle Antrona, facendo capo alla chiesa di S. Ambrogio a Seppiana, si separa da Villa costituendosi in parrocchia autonoma.

1351 - 1352

Nel tempo intercorrente fra questi due anni il titolo della chiesa cambia: da quello dei Ss. Fabiano e Sebastiano in quello attuale di S. Bartolomeo.

1350 - 1400

In questo tempo viene apportata la prima modifica all'edificio romanico aprendo una cappella nella parete settentrionale.

1500 - 1520

In questi anni viene modificata definitivamente la struttura romanica che assume l'aspetto attuale. Nello stesso tempo viene affrescata la parete semicircolare del coro.

1596

L'altare ligneo opera di Andrea e Domenico Merzagora di Craveggia è posto nell'attuale collocazione.

1610

Data in cui vengono sostituiti i pilastri della navata meridionale con le colonne di pietra.

1700 - 1750

Nel tempo compreso in queste due date il campanile subisce le modificazioni necessarie per l'installazione di un orologio.

 

(spaccato assonometrico per illustrare la collocazione della struttura romanica)

 


Altare maggiore nella Chiesa di S. Bartolomeo.    (torna all'indice)

     Ancona in legno scolpito, dorato e dipinto, composta da sei pannelli, di cui cinque illustrano scene della vita di S. Bartolomeo e uno, posto al centro in alto, rappresenta la scena della crocefissione. I pannelli sono posti a tre a tre, in due ordini sovrapposti, scanditi e delimitati da tre cornicioni, retti da due serie di quattro lesene a cariatide. Il complesso centrale è coronato in alto da un frontone curvilineo, spezzato (nel varco è posto il busto dell'Eterno Padre benedicente) ed è fiancheggiato da due lesene figurate, poste a reggere il frontone.

     Opera conseguente ai canoni dettati dal Concilio di Trento (concluso nel 1563), svolgeva la sua funzione didattica e devozionale sulla scia delle grandi realizzazioni dei Sacri Monti, dei quali rifletteva intenti religiosi e aspirazioni pietistiche.

     Gli autori, ma soprattutto Andrea, nella realizzazione dell'opera si rifanno a schemi iconografici desunti da opere significative del rinascimento lombardo: valga per tutti l'esempio della crocifissione, chiaramente derivata dal "Calvario" raffigurato al centro delle "Storie della passione" nella chiesa di S. Maria delle Grazie di Varallo, ciclo dipinto da Gaudenzio Ferrari.

     L'8 febbraio 1592, con atto rogato dal notaio Bartolomeo Olivetti di Villadossola, il comune, gli uomini di Villa e di Cresti da una parte e gli scultori Giovanni Domenico e Giovanni Andrea Merzagora di Craveggia dall'altra, convengono i modi e i tempi per la realizzazione dell'ancona.

     Il 24 marzo del 1596, con atto rogato dal notaio Giovanni Matteo Capis di Domodossola, sul sagrato di S. Bartolomeo di Villa, i fabbricieri della chiesa di S. Bartolomeo di Villa da una parte e i maestri intagliatori Andrea e Domenico Merzagora dall'altra, convengono i modi e i tempi di finitura e posa dell'ancona.

     E' probabile che il giorno del S. Natale 1596 sia stata inaugurata l'ancona.

     Costo dell'opera: di circa 1500 lire imperiali, versate parte in denaro (1420) e parte in derrate alimentari, per la refezione degli scultori e loro aiuti, durante il tempo impiegato a posare l'ancona.

    Un furto perpetrato la sera del 14 novembre 1978 ha sottratto gran parte dei bassorilievi.

 

Beata Vergine Assunta del Piaggio. (torna all'indice)

      Sec. IX

Costruzione della primitiva cappella alle dipendenze del castello ora scomparso con una piccola navata rettangolare e abside semicircolare ad oriente.

      Sec. XI

Primo ampliamento dell'edificio in origine posto a servizio delle famiglie di Villa dipendenti dalla pieve di Vergonte nei modi seguenti:

si accosta al lato meridionale della cappella esistente una piccola navata con abside semicircolare;

si sostituisce il tetto della primitiva cappella con una volta a crociera retta al centro da un pilastro monilitico;

si edifica la chiesa romanica, sulle strutture ottenute ampliando la cappella primitiva ed il campanile.

      Sec. XIII

All'inizio del secolo, o alla fine del precedente, vengono affrescati il catino ed il tamburo dell'abside settentrionale.

      Sec. XIV

A questo secolo appartengono gli affreschi ancora esistenti sul tamburo dell'abside settentrionale e alla base dell'abside meridionale.

Alla fine del secolo il "Pittore della Madonna di Re" affresca il fronte dell'altrare con una "Natività".

      Sec. XV

Vengono dipinte ad affresco le immagini dei santi Vescovi e la Crocefissione ancora visibili sulle pareti dell'abside settentrionale inferiore.

      Sec. XVI

Alla navata romanica viene aggiunto il nuovo ampliamento: si sostituisce la parete meridionale con una colonna a sostegno degli archi che reggono la parte alta, ancora esistente, dell'antica parete.

Alla fine del secolo è posta sull'altare la statua della Madonna, opera dei fratelli Andrea e Domenico Merzagora di Craveggia, autori anche dell'altare ligneo di S. Bartolomeo.

 

 


Oratorio di S. Maurizio al Sasso. (torna all'indice)

      Costruito intorno alla metà del sec. XI era utilizzato dagli abitanti dipendenti dalla pieve di Oxila dei Ss. Gervasio e Protasio che risiedevano nelle frazioni site sulla sponda destra dell'Ovesca e, in origine, era officiato dallo stesso sacerdote che aveva cura d'anime a Seppiana.

       Un documento del 1333 dell'Archivio di Oscellana del Collegio Mellerio Rosmini di Domodossola cita per la prima volta la chiesa di S. Maurizio.

       Nei secoli XV e XVI fu abbandonata e nel 1465, come si legge negli Statuti di Villa, vicino ad essa vi era un cimitero.

       Nel 1591 viene ricordata nel sinodo del vescovo Speciano di Novara come "Oratorium Devotionis Sancti Mauritii".

       Un'ordinanza rimasta senza esito del vescovo di Novara Volpiano Volpio del 12 agosto 1622 invita a riparare l'oratorio. Questo ritornò in vita nel 1630 ma già il vescovo Tornielli nel 1642 ordina che venga rinnovato.

       Fu dopo questa data che l'abside semicircolare venne sostituita da una quadrata e che la chiesa venne ingrandita, portata avanti la facciata, alzati i muri perimetrali e fatta la volta.

        Ma la nuova volta non fu abbastanza robusta e crollò. Nel 1790 la chiesa era del tutto diroccata.

 

 


Chiesa della Beata Vergine del Rosario - Frazione Noga.     (torna all'indice)

1642, 28 maggio

Il vescovo Antonio Tornielli negli Ordini di visita pastorale decreta che l'antica chiesa di S. Bartolomeo venga ricostruita più ampia e luminosa per meglio adempiere al decoro liturgico e per rendere l'edificio più accogliente.

1659, 11 maggio

Il vescovo Giulio Maria Odescalchi con ordine perentorio ingiunge che venga costruita una nuova parrocchiale.

1659, 23 novembre

In una generale "vicinanza" tenutasi sul sagrato di S. Bartolomeo, presieduta dal delegato episcopale Paolo Roabbio, presenti il cappellano del Piaggio, il Console e circa 100 capi famiglia, la comunità di Villa si obbliga a costruire una nuova chiesa parrocchiale sul colle della Noga.

1662, 21 aprile

Il vescovo Giulio Maria Odescalchi con suo rescritto approva il progetto dell'edificio disegnato dal capomastro Tommaso Lazzari di Val d'Intelvi.

1663

Posa della prima pietra.

1692, 22 giugno

Sono completati il lavoro di muratura ed il tetto del nuovo edificio e saldati i pagamenti agli eredi del capomastro.

1741, 19 maggio

Viene posta al centro del coro la pala ad olio con il "Martirio di S. Bartolomeo" restaurata con forti ridipinture nel 1842 dal pittore villese Giovan Pietro Tosi.

1743, 24 marzo

Decreto del vescovo Bernardino Ignazio Roero di traslazione della parrocchia alla nuova chiesa della Noga.

1743, 22 settembre

Su invito del sindaco il popolo di Villa viene radunato per trasportare solennemente alla Noga le suppellettili sacre custodite nell'antica chiesa di S. Bartolomeo, primo fra tutte il fonte battesimale a cui seguono la statua della Madonna del Rosario, le Ss. Reliquie e gli stendardi delle confraternite. L'antica chiesa viene chiusa.

1876

Il pittore Bernardino Peretti affresca le volte della chiesa e alcune immagini negli altrari laterali.

1910

Il vescovo Giuseppe Gamba consacra la chiesa.

1926

La parrocchia viene trasferita nella chiesa di S. Bartolomeo al piano di Villadossola.

1959

Sotto il titolo della "Beata Vergine del Rosario" viene eretta la nuova parrocchia alla Noga di Villadossola nel giorno festivo di Cristo Re commemorato dalla vetrata dipinta in capo al coro.

 

Campanile

1747, 1 maggio

Il capomastro Antonio Tamiotti di Rossa di Val Sesia assume il contratto per la costruzione del campanile.

1753

I lavori di costruzione sono ultimati; il campanile viene dotato di un concerto di campane e dell'orologio allogato in precedenza nel campanile di S. Bartolomeo di Villa.

 


Organo e cantoria. (torna all'indice)

XVIII secolo

Nella seconda metà del secolo viene costruito lo strumento probabilmente ad opera di artigiani vallesani.

La cantoria e la cassa dell'organo, con il fastigio scultoreo di angeli musicanti, richiamano soluzioni stilistiche e tipologiche caratteristiche dell'artigianato artistico ossolano.

1790, 10 ottobre

Nell'inventario della chiesa parrocchiale della Noga, il parroco Giovanni Maurizio Bariletta, redattore del documento, annota:

"La facciata non ha portico, ma entro la porta stessa avvi un recinto d'assi leggeri che veramente serve per portico per l'occasione dei battesimi. Sopra questo recinto v'è grandiosa cantoria d'assi con non disprezzabile organo".

1860, 3 novembre

Dal "Libro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Villa d'Ossola", mandato di pagamento n° 12 al confabricere Carlo Lobbia a compensazione delle spese sostenute per riparazione dell'organo.

1892, 26 maggio

Dal "Libro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Villa d'Ossola", mandato di pagamento n° 2 "Manina Andrea per restauro all'organo della Chiesa Parrocchiale".

1898, 21 giugno

Dal "Libro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Villa d'Ossola" "con mandato n° 3 si è pagato a Bernasconi Luigi fabbricante d'organi a conto £. 2.000".

1898, 1 luglio

Dal "Libro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Villa d'Ossola" "incassato da Bianchetti Giovanni per cessione rottame stagno del vecchio organo £. 70".

1898, 8 settembre

Dal "Libro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Villa d'Ossola" "con mandato n° 8 si è pagato a saldo a Bernasconi Luigi fabbricante d'organi £. 2.070".

1899, 24 marzo

Dal "Libro della Fabbriceria della Chiesa Parrocchiale di Villa d'Ossola" "con mandato n° 1 si è pagato al signor Bessero Raffaele per saldo dei lavori e restauri dell'organo £. 50".

1948, 1 febbraio

Viene pagato il signor Mario Gatti per decorazioni alla balconata dell'organo.

 

Nota tecnica:

L'organo attuale è opera di Pietro Bernasconi di Varese eseguita nel 1898 in sostituzione dello strumento risalente al XVIII sec.

Lo strumento è composto da 83 canne di stagno, da tastiera comprendente 58 tasti, parti rivestite in osso, parti in ebano e dalla pedaliera dotata di 27 pedali.

 



Chiesa di S. Giuseppe lavoratore - Frazione Villaggio Sisma. (torna all'indice)

1952

Viene ultimato l'edificio di culto voluto dal vescovo Giacomo Leone Ossola, finanziato da una elargizione della Famiglia Poscio con il concorso della SISMA e delle sue maestranze.

1953, 8 novembre

Con decreto del vescovo Gilla Vincenzo Gremigni viene integrata la parrocchia di S. Zenone di Tappia con il Villaggio Operaio e viene assegnato alla parrocchia il nuovo titolo di S. Zenone e S. Giuseppe lavoratore.

1959, 13 dicembre

Sono completati i lavori di restauro e abbellimento necessitanti all'edificio sacro.

1992, 1 maggio

Chiuso il rosone del timpano con un medaglione raffigurante S. Giuseppe lavoratore eseguito a mosaico da Bonazza su cartone di L. Teruggi.

 



Chiesa di Cristo Risorgente (Cristo Risorto). (torna all'indice)

1953, giugno

Mons. Giuseppe Gambaro fa disporre un progetto per una nuova chiesa, a firma del Dott. Ing. Marcello Bologna di Domodossola.

1954, 7 febbraio

Don Camillo Nobile è nominato Parroco di Villadossola.

1960, 20 marzo

Don Camillo fa disporre un primo progetto per una nuova chiesa a firma degli Arch. Modini-Moretti di Milano. Il progetto non viene approvato.

Nell'anno 1962

Don Camillo fa disporre un secondo progetto per una nuova chiesa a firma dell'Arch. Paolo Vietti Violi di Vogogna.

1962, 4 settembre

La Pontificia Commissione di Arte Sacra di Roma approva il progetto dell'Arch. Paolo Vietti Violi.

1963, 17 ottobre

La Soprintendenza ai Monumenti approva il progetto Vietti Violi.

1963, 23 novembre

La Commissione Edilizia Comunale approva il progetto.

1963, 25 dicembre

Viene presentato alla popolazione il modello plastico opera di Briguccia Vincenzo.

1964, 28 marzo

Il Ministero dell'Interno - Direzione Fondo Culto - approva il progetto.

1964, 22 aprile

Sua Santità Papa Paolo VI benedice la prima pietra della nuova chiesa.

1964, 16 maggio

Sua Ecc. Mons. Placido Maria Cambiaghi benedice la posa della prima pietra.

1964, fine agosto

Iniziano i lavori.

1965, dicembre

Muore l'Arch. Paolo Vietti Violi.

Gli subentra nella direzione dei lavori l'Arch. Carlo Ravarelli di Novara autore del progetto definitivo.

1967, 17 settembre

L'On. Aldo Moro inaugura il monumento al lavoro.

1968, 27 ottobre

Sua Ecc. Mons. Placido Maria Cambiaghi inaugura la nuova chiesa dedicata a Cristo Risorto.

 

Notizie sul complesso parrocchiale "Cristo Risorto"

Dimensioni della chiesa: 

- lunghezza m. 42,5 di cui 33 per la navata

- larghezza  m. 26

- altezza      m. 22 (interno)

Dimensioni del campanile:

- base          m.   3,7 x 3,7

- altezza      m. 34,05

Le vetrate:

Le vetrate, costituite da pannelli in vetrocemento, sono state progettate ed eseguite dalla Ditta Toniutti di Bollate (Mi).

Opere d'arte:

Scultore Dr. Luigi Bagna di Valmacca (Alessandria)

- Monumento al lavoro (17 settembre 1967)

- Ambone, fusione in bronzo (settembre 1969)

- Due candelieri bronzei, raffiguranti il sacrificio di Isacco e la moltiplicazione dei pani (settembre 1971)

- Fronte dell'altare e Angelo reggente il cero del Tabernacolo (27 ottobre 1968)

Pittore Antonio Simionato di Domodossola

- "Conversione di S. Paolo" - olio su tela - cm. 200 x 300 - (anno 1972)

 

Arredi e suppellettili installati nel 2008 in occasione del 40° anniversario della dedicazione della Chiesa.

Via Crucis

N° 14 pannelli 50x50 opera del pittore Giuliano Crivelli - acrilico su tela.

Lo stile esecutivo e la colorazione hanno uno stretto legame di forma e lucentezza con le vetrate laterali.

Battistero

Progettato dal Gruppo VILLARTE il battistero poggia su una base a forma ottagonale in marmo di Crevoladossola "palissandro classico" e "quarzite verde".

L'ottagono richiama i segni del rito antico: l'ottavo giorno come il primo giorno di vita dopo i sette della creazione. Al centro è collocato il millenario fonte battesimale in pietra ollare proveniente dalla chiesa madre di San Bartolomeo.

L'opera comprende due colonnine in marmo: una utilizzata quale portacero pasquale e l'altra per la custodia degli olii santi.

Acquasantiera

Creata su bozzetto dello scultore Avio Aleotti, progettata dal Gruppo VILLARTE è composta da: uno stelo in marmo di Crevoladossola in forma triale quale richiamo alle Tre Persone della Ss. Trinità nominate nell'atto del segno di croce e da un bacile semisferico in "palissandro blu nuvolato".

Stendardo

Stendardo in PVC (mt. 6x12) raffigura il "Cristo Risorgente" che, liberatosi dal bendaggio, dal sepolcro sale al cielo avvolto da una grande luce.

E' una riproduzione ingrandita ripresa da una xilografia opera del pittore Giuliano Crivelli da lui realizzata nel 1978 in occasione del primo decennale della dedicazione della chiesa a "Cristo Risorto".

 

 

 

(Tratto dal fascicolo "UN MILLENNIO DI FEDE: DAI S.s. FABIANO E SEBASTIANO A CRISTO RISORTO" realizzato dal Gruppo VILLARTE in occasione del 25° anniversario della consacrazione della Chiesa di Cristo Risorto - 24 ottobre 1993 - e sucessive integrazioni)